Lo stile

Di Paolo Monti - Disponibile nella biblioteca digitale BEIC e caricato in collaborazione con Fondazione BEIC.L'immagine proviene dal Fondo Paolo Monti, di proprietà BEIC e collocato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano., CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48061750

Paolo Monti - Sala disegnatori

La definizione dello stile della Fulvia. Berlina prima e  Coupé successivamente, venne affidata a Piero Castagnero, che lavorava come consulente esterno per Lancia, ma firmò numerose vetture prodotte dalla casa di Borgo San Paolo, anche nel successivo periodo Fiat. 

L'unica variazione sul tema della berlina è a cura della carrozzeria milanese Touring Superleggera che realizza una versione giardinetta chiamata Holiday.

Poco dopo l'introduzione sul mercato della Coupé, Lancia diede a Zagato l'incarico di progettare una propria interpretazione della vettura, come già era stato fatto per l'Appia, la Flaminia e la Flavia. Ercole Spada, capo dello stile in Zagato mise a punto una due volumi dalle linee morbide ma definite. 

Sebbene la Fulvia Coupé avesse una vera anima sportiva, possiamo contare solo un numero limitato di esercizi di stile realizzati sul suo pianale da importanti carrozzieri, alcuni dei quali ne hanno cambiato significativamente la meccanica.
Può darsi che la trazione anteriore, all'epoca poco diffusa, frenasse l'inventiva degli stilisti, e forse la fine del boom economico degli anni sessanta fissò il termine del periodo delle fuoriserie.
Anche la spiccata personalità della Fulvia Coupé, nonché l'ancor più forte connotazione stilistica della Sport, che ben si sposano con l'esasperato individualismo dei suoi possessori, rendendole di per sé automobili speciali, hanno posto un ulteriore freno.

Nel 1969, Tom Tjaarda per Ghia ha siglato la prima nuova interpretazione formale della Fulvia da corsa, creando una linea molto  più squadrata per sottolineare gli estesi interventi meccanici specialmente relativi alla ciclistica. 
Nel 1970 Marcello Gandini, capo stilista di Bertone, ha utilizzato il telaio ausiliario della Rallye 1,6 HF, traslato al retrotreno, per relizzare la Stratòs HF  Zero, una piccola astronave che ha dato origine ad una delle auto più iconiche nella storia del design automobilistico,
Più convenzionalel la vettura disegnata da Aldo Sessano per Coggiola, utilizzando come base una Coupé 1600 HF.
Grande assente nel proporre una propria interpretazione rimane Pininfarina, forse per non creare concorrenza alla Flavia Coupé della quale curava anche l'assemblaggio.

Al passaggio verso il nuovo millenio, il mondo del design cerca di riscoprire quegli stilemi del passato che in qualche modo si erano persi durante l'utilitarismo degli anni '70 del XX secolo. 
Abbiamo quindi l'interpretazione di una Coupé ispirata alla Fulvia e le altre Coupé Lancia su base Lybra dell'Ing. Enrico Fumia.
Nel 2003, 40 anni dopo l'entrata in produzione della Fulvia, Lancia propone un concept, sul pianale della Fiat Barchetta, che si basa sulle forme e dimensioni della Fulvia. LA proposta riscuote notevole successo ma, non arriverà mai sul mercato. 

In ordine cronologico, compresi i prodotti di serie, i link verso il dettaglio delle realizzazioni:

[Piero Castagnero disegna la Fulvia berlina per Lancia]
[La Holiday di Touring]
[Piero Castagnero per Lancia immagina un motoscafo per la Coupé]
[Ercole Spada per Zagato firma la Sport]
[La Fulvia HF Competizione di Tom Tjaarda per Ghia e De Tomaso]
[Marcello Gandini per Bertone]
[Aldo Sessano per Coggiola]
[Lo sutudio di Enrico Fumia su base Lybra]
[La reinterpretazione della Fulvia secondo Flavio Manzoni]